Le Murge pugliesi vantano una storia lunga
circa 70-60 milioni di anni.
La piattaforma originaria di
età cretacica ha subito un graduale sollevamento che, a seguito di collisioni
tettoniche, ha comportato l’emersione di un’ intera regione.
Per tutta l’era seguente
(terziario o cenozoico) fu interessata dal fenomeno dell’emersione del
territorio pugliese. Le rocce carbonatiche - che caratterizzavano il paesaggio
a quel tempo – a contatto con l’atmosfera e agenti climatici, innescarono reazioni
che comportarono l’erosione e la dissoluzione di queste ultime e l’originarsi
della fenomenologia carsica.
In uno “step” successivo (durante il pliocene ,5-2 milioni di anni fa), il territorio pugliese o meglio l’avampaese, a seguito dell’innalzamento del livello del mare, venne sommerso dando inizio a una nuova fase sedimentaria denominata “ciclo bradanico”.
A questa fase ne segue una contraria: il territorio subisce un ulteriore innalzamento sul livello del mare (coinvolto dai movimenti dei ghiacciai). Con questa fase si pone fine al “ciclo bradanico” e viene “inaugurato” un paesaggio del tutto nuovo e distinto.
Le Murge occupano l’area centrale della regione e si estendono con orientamento NW-SE.
Il territorio viene solitamente
distinto in Mugia Alta e Premurgia: nella prima
rientrano i rilievi più alti (Torre Disperata 686 m e M. Caccia 680 m), nella
seconda raramente si raggiungono i 500 m s.l.m. .
Il forte dilavamento del
terreno ha contribuito all’affioramento del sostrato calcareo. Gli afflussi
meteorici hanno pertanto provocato l’infiltrazione di acque nelle
fratture della roccia che hanno contribuito allo originarsi dei diversi
fenomeni carsici (che approfondiremo in seguito): doline o puli, polje, gravine a livello superficiale e pozzi, inghiottitoi, caverne,
voragini o gravi a livello
sotterraneo.
Sono altresì testimonianza di
un carsismo ben più antico le
profonde sacche riempite di bauxite e di terra rossa da collegarsi ai primissimi fenomeni
carsici.
L’ Alta Murgia è sprovvista di
un’idrografia superficiale,
attestata, invece, nell’antichità e oggi testimoniata dalla presenza delle ‘Lame’, ma è attraversata da corsi d’acqua
sotterranei che in alcuni casi raggiungono una profondità non indifferente
soprattutto laddove i fenomeni carsici sono più intensi.
A nessuno verrebbe da pensare oggi, scrutando l’aspro e duro paesaggio murgiano, che fosse sommerso dalle acque, che ospitasse corsi d’acqua, che fosse riaffiorato dal mare.
Ma è
proprio alle acque che il gioiello paesaggistico pugliese, deve il suo ciclo!
Foto: Giovanni Bellini
Bibliografia di riferimento:
-A. Mangiatordi ,Insediamenti
Rurali e Strutture Agrarie nella Puglia centrale in età Romana , Bari,2011
Edipuglia.
-P .Rossi,Compendio di
Geografia Generale,Bari,2009,Cacucci editore.
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