mercoledì 1 maggio 2013

UN TESORO DI SAGGEZZA E FANTASIA


La sapienza e la cultura popolare, tramandati di generazione in generazione, costituiscono l’identità dei popoli. Un tesoro impalpabile ma preziosissimo, che ci permette di comprendere chi siamo, da dove veniamo e soprattutto perchè siamo quelli che siamo.
Il popolo murgiano, e pugliese in generale, può vantare un vastissimo patrimonio di cultura orale, parte del quale trascritto e parte affidato ancora all’utilizzo quotidiano.  
Questo patrimonio, dal ‘900 in poi, ha goduto di momenti alternati di rivalutazione e di oblio ma, nostante una parte di esso sia stato sotterrato dalla polvere dei secoli, molto vive ancora negli scritti di autori murgiani, meridionalisti, pugliesi.
I proverbi hanno rappresentato, per secoli, le condensate regole di vita quotidiana del popolo, i puntelli su cui si è retta la società arcaica.

Con il valore educativo e costruttivo conservato nelle loro rime, servivano di ammonimento agli inesperti ed agli incauti, davano consigli pratici per il lavoro della terra, guidavano nella previsione dei fenomeni metereologici, insegnavano le buone maniere e l’altrui rispetto e regolavano la vita familiare.

Pare che l’uso dei proverbi ci sia stato tramandato dalla cultura greca, quindi, come abitanti dell’antica Magna Grecia, abbiamo ragione di pensare di essere stati tra i primi, in Italia, ad utilizzare questa sorta di “regolamento” popolare.
Altre forme orali di cultura tramandata sono i racconti e le leggende. Questi portano con essi il fascino di millenni di saggezza e fantasia popolare, trasportandoci in uno spesso sconosciuto meraviglioso mondo arcaico ove si racconta di episodi sacri e profani, di grandi opere di uomini probi, di santi, di eroi e di banditi, della fondazione di città e della nascita di tradizioni, di amori e di avventure, del paesaggio murgiano, delle grotte e dei suio tanti misteri.
Certo leggende e racconti non sono specchio fedele della realtà dei fatti. Venivano, spesso, creati per riempire i vuoti lasciati dall’ignoranza e dalla non non conoscenza del popolo, ma a volte contengono realtà storiche tramandate oralmente di cui non si hanno, altrimenti, riscontri concreti o documenti scritti.
L’uso di leggende e proverbi è andato in crisi con il cambiamento del contesto storico e culturale dei popoli, quando, a torto o ragione, non se ne è più sentita l’utilità.
Utili o no, questo bagaglio culturale è un tesoro da conservare, un tesoro fatto di rime, saggezza  e fantasia.








Bibliografia utile:

Alfredo Giovine, “Proverbi pugliesi”, Aldo Martello Editore, Milano, 1970;
Saverio La Sorsa, “Leggende di Puglia”, Tipografia Levante, 1958, Bari;
D. Carlucci, F.Fiore, F. Jolis, “U mutte ce nan è minze je’ tutte”, Ed. Altaugusta, Altamura (Ba), 1978;
E De Martino, “Sud e Magia”, Feltrinelli, Milano, 1959.
Foto: "Proverbi Pugliesi" di A. Giovine, A.Martello Editore, Milano, 1970

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