“Al nome di Dio
è bene incominciare
Tutte le cose
che l’uom viene a fare:
Intendi, figlio,
se vuoi imparare.”
( Schiavo di
Bari – “Dottrina”)
Agricoltori e pastori murgiani sono sempre stati in balia degli eventi naturali che potevano rendere proficua una giornata
lavorativa o compromettere un’intera annata di raccolto o pascolo. L’uomo
della Murgia non poteva, quindi, fare altro che affidarsi alla bontà della mano
divina, iniziando la giornata lavorativa nel Nome di Dio.
Così, nel
rispetto di questa tradizione, inauguriamo questa sezione con alcuni proverbi e detti che riguardano proprio il rapporto tra religione e vita lavorativa.
A cci crète, /
Ddì prevetète.
A chi crede, Dio
provvede.
La fatìche della
fèste,
trase da la
porte e ièsse da la fenèste.
La fatica della
festa, entra dalla porta ed esce dalla finestra.
oppure
I arue spruète
la ddì de la fèste
Assecchène.
Gli alberi
potati nei giorni di festa seccano.
L’utile del
lavoro eseguito nei giorni festivi è effimero e non Benedetto da Dio: bisogna
santificare le feste.
Come Ddì te la
manna,
te l’à da tenè.
Quello che Dio
ti manda, accettalo come sua volontà.
Acquànne Criste
vole
Fasce la vèsta
nove.
Cristo premia
sempre i meritevoli.
Disce Sandè
Vastiàne:
<<Fatìche
cucce ca mange pane>>.
Dice San
Bastiano: <<Lavora con diligenza e mangerai pane.>>
Ce Ddi ricche te
vole,
ricche te fèsce.
Se Dio ti vuole
ricco, ricco ti fa diventare.
Ce jè ‘mbrièche,
sèrve Ddi.
Chi è ubriaco
serve Dio.
(battuta scherzosa
che si rifà al rito della benedizione del pane e del vino).
Ce rit u
venerdi’
Chiange la
demè’nche.
Chi ride il
venerdì piange la domenica. Chi non rispetta gli usi ed i sacrifici religiosi,
non ne gode delle feste.
L’anème triste
ne i vole ni’ u diàvule e manghe Criste
Le anime tristi
non le vuole ne il diavolo e nemmeno Cristo. Rivolto alle persone cattive che
spesso vivono a lungo.
Né ciuccie u
màise de mèsce
Né fe’mene la
semina sande.
Né asini il mese
di Maggio né donne la settimana santa.
Gli uni non si
toccano perché eccitati nel periodo di calore,
le seconde perché
prese dai preparativi per le feste. O per voto di astinenza.
Conoscete altri
proverbi o detti?
Giovanni Bellini
Bibliografia
utile:
Carlucci – Fiore
- Jolis “U mutte ce nan è minze jè tutte”, Ed. Altagusta, Altamura(BA), 1978;
A. Giovine, “Proverbi
pugliesi”, A: Martello Editore, Milano, 1970.